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GHOSTING e RELAZIONI: cos’è, come ferisce, cosa si può fare

GHOSTING e RELAZIONI: cos’è, come ferisce, cosa si può fare

Nella generazione della connessione costante, del free wi-fi nel villaggetto di montagna, delle stories su Instagram che definiscono la nostra esistenza-presenza sulla terra, si fa largo un fenomeno che provoca vergogna e tanto dolore, ma anche per questo, se ne parla poco e sottovoce: il ghosting.

Cos’ è il Ghosting?

Da ghost – in inglese “fantasma” – ghosting vuol dire letteralmente “sparire come un fantasma”. Si tratta infatti di dileguarsi nel nulla, ed e’ possibile farlo con un solo clic, cancellando o bloccando il numero telefonico o la chat con la vittima di turno (preciso che vittima è un termine democratico e no gender) ponendo fine ad una relazione.

Come stavo dicendo, negli anni dei Ferragnez e del big eye del grande fratello, dove l’onnipresenza in video diventa un dovere e lo schiavismo del like a tutti i costi impone maratone in rete, ci troviamo a fare i conti con un comportamento diametralmente opposto, che ci zittisce tutti, che annienta ogni possibilità di replica, che ci attacca nel profondo delle nostre paure.Un gesto tanto semplice quanto violento, che trascina con sè implicazioni di vario tipo.

Cosa significa subire un ghosting?

Chi lo ha provato (pare fra il 60 e l’80% di chi si approccia alle dating app), non lo dimentica. Con buone probabilità diventerà a sua volta un ghoster, cioè colui/colei che infligge la stessa pena e decide di sparire: lo farà per attenuare il dolore di quella prima volta in cui ha sentito la propria autostima frantumarsi come un bicchiere di cristallo dopo una pallonata, lo farà perchè si accorgerà che è molto più semplice che dare spiegazioni, lo farà perchè “lo fanno anche gli altri” e in genere,  quando qualcosa diventa costume comune, pare sia meno squallido o criminale. (‘fare ghosting è terribile, ma è contagioso’-Jonathan Bazzi).

La vittima di ghosting cercherà così di farsene una ragione e forse, ad un certo punto, quando il dolore si è fatto ricordo, troverà le parole per raccontarlo a qualcuno, ma sorridendo, come di qualcosa di poco conto che non fa più tanto male.

Non parlerà del senso di vuoto e di perdita che ha sentito quando tutto è successo. Non rivelerà che i momenti di sesso erano sogni di amore condiviso o che semplicemente che a quello sguardo di intesa ci aveva creduto davvero.Il ghosting infatti può avvenire dopo un incontro ad un caffè, in cui uno dei due aveva promesso di richiamare prima del weekend (e allora ce ne si fa una ragione), ma può anche avvenire dopo un mese di frequentazione, quando tutto sembrava andare a gonfie vele.

Alcuni pazienti mi spiegano di sentirsi come all’interno di una lavatrice che ogni tanto si ferma (quando attraverso la app ci si sceglie e ci si incontra); poi si rischiacchia il pulsante e la lavatrice riparte per un nuovo giro, mescolando e rimestando chi c’è dentro. Insomma, pare ci sia poco investimento emotivo e poco sforzo nel cercare di conoscere-apprezzare-capire-approfondire l’altro perchè tanto basta riaprire la app e ricominciare a fantasticare su un nuovo volto, su un nuovo incontro (Tinder è ancora la App più quotata, insieme a Facebook dating e Bumble per quanto riguarda l’Italia).

Da consumatori bulimici a consumatori cannibali.

Le persone che si incontrano, – con le loro storie, il loro passato, i loro sogni e progetti-, non sono più portatori di valori e ideali da condividere e con i quali magari progettare un futuro, ma individui che devono soddisfare esigenze subitanee, che devono rispondere a requisiti precisi e definiti, pena lo scarto e l’abbandono senza ripescaggio. Il ghosting disegna d’altronde un grande spazio di non-detto e non-fatto che lascia la vittima sospesa fra sensi di colpa e senso di inadeguatezza a cui non sa dare un nome. Vorrebbe sapere, vorrebbe capire, vorrebbe soprattutto non sbagliare ancora,  làddove non è in grado di percepire la finzione, il momento in cui il “noi” si è spezzato e l’altro decide che tu non sei abbastanza, o sei troppo, o sei troppo poco.

Le conseguenze dell’abbandono sono molteplici ed invasive sul piano fisico ed emotivo: debolezza, insonnia, stati depressivi e attacchi di ansia e panico. I sentimenti più comuni e persistenti sono quelli legati al lutto, cioè disperazione, rifiuto della perdita e incredulità che possono portare al ritiro sociale o ad esempio ad una rabbia reattiva e incontrollata, tipica di chi non riesce a riorganizzare la propria vita e a rivalutare le proprie risorse e qualità personali.

Certo, la maggior parte di noi sperimenta la fine di una relazione ad un certo punto della vita e, nel periodo che va dai 20 ai 35 anni questo potrebbe succedere alcune volte, prima di trovare la persona con la quale decidere di fermarsi; la scelta di scomparire nel nulla è però decisamente violenta ed è la ragione per cui lascia davanti a sè moltissime tracce, per nulla invisibili e che determineranno il senso di allerta e sfiducia degli incontri seguenti. Questo circolo vizioso non giova a nessuno, perchè il rischio è quello di esporsi sempre meno e quindi di non permettere all’altro di conoscerci davvero.

Improbabile, ma non impossibile, alcuni destinatari della rottura potrebbero persino preferire questa modalità al rifiuto diretto online o di persona. Queste persone potrebbero cioè interpretare il ghosting come una mossa intesa a risparmiare i loro sentimenti, o una modalità che fa parte del rischio nel moderno mondo degli appuntamenti. In ogni caso, in un’era di dipendenza dalla comunicazione digitale, il ghosting si presenta come strategia di rottura perfetta: con estrema facilità possiamo essere in ‘compagnia’ e con altrettanta semplicità ci ritroviamo soli. Sembrerebbe infine, che i più facili a scomparire siano gli uomini, meno capaci di mostrare ed esprimere i loro sentimenti, sebbene sia difficile generalizzare in questioni d’amore.

Qual è il profilo del ghoster? 

Per chi decide di chiudere una relazione o anche solo interrompere l’inizio di una frequentazione, scomparire è una modalità semplice e assai veloce. Nessun dramma, nessun piagnisteo, nessuna domanda a cui rispondere per giustificare il proprio comportamento e nessun bisogno di dover sostenere il peso dei sentimenti dell’altro.

In molti studi potrete leggere che questo tipo di comportamento deriverebbe dal tipo di relazione sviluppatosi con la figura di riferimento dominante, solitamente la madre, cioè da uno stile di attaccamento insicuro evitante. Secondo la Teoria formulata dallo studioso John Bowlby ormai oltre 50 anni fa, il bambino, convinto che alla richiesta di aiuto non riceverà il conforto e la disponibilità da parte della madre, ma verrà addirittura rifiutato, imparerà a costruire le proprie esperienze facendo affidamento solo su se stesso, senza il sostegno degli altri, ricercando l’autosufficienza anche sul piano emotivo. Questo bambino diventerà un adulto insicuro, che guarderà alle relazioni con poca fiducia e percepirà le rotture come prevedibili e inevitabili, incapace di esserne davvero coinvolto per non rischiare il rifiuto e l’abbandono. In sostanza il Ghoster che scompare non fa altro che tentare di mascherare la sua enorme fragilità, la sua incapacità di gestire il proprio e altrui dolore in un circolo vizioso infinito, senza vinti ne’ vincitori.

Cosa si può fare?

Io, però, preferisco pensare che ad un certo punto, qualunque sia il proprio passato, si decida di essere responsabili di quello che si fa. Mi piace cioè immaginare, che dopo qualche incontro che non va, ghosters e non ghosters, si chiedano cosa stia succedendo, si domandino cosa possono fare per essere felici e per non fare del male agli altri. Voglio anche credere che, chi davvero lo voglia, possa cambiare le statistiche e modificare un destino che sembra già segnato. Certo non basta un clic, ma ne vale senz’altro la pena.

Se sei tentato/a di sparire nel nulla perchè ti trovi all’interno di una relazione che non vuoi continuare, pensa alla tua decisione con più attenzione. Resistere alla tentazione di scomparire e affrontare l’altra persona potrebbe diventare una grande opportunità di crescita. Consideralo un investimento per le tue relazioni future. Essere sincero/a e diretto/a migliorerà la tua capacità di descrivere cosa ti piace e cosa ti allontana dagli altri. Parlare e dire quello che senti acuirà la tua autostima e, facendolo, ti accorgerai che non era cosi difficile come pensavi. Inoltre, la maggior parte delle volte, avrai la sicurezza di non aver recato danno all’altro, è una bella sensazione, non credi?

 

Stefania Scarduelli

Psicologa-Psicoterapeuta

 

 

FONTI:

-Jonathan Bazzi, 2018 https://thevision.com/attualita/ghosting-generazione-codardi/
-Susan McQuillan, 2020  https://www.psycom.net/what-isghosting#whatitmeanstoghostandbeghosted-
-Tania Morelli, 2021 https://www.citiesse.org/2021/04/15/ghosting-quando-laltro-sceglie-di-sparire/
-John Bowlby, Teoria dell’attaccamento https://www.stateofmind.it/2017/07/john-bowlby-attaccamento/
– Rebecca B. Koessler, 2018 Romantic Relationship Dissolution and Breakup Strategy Use/University of Western
Ontario,  https://ir.lib.uwo.ca/cgi/viewcontent.cgi?article=7493&context=etd
– Bonnie Zucker, 2021, Psychology Today  https://www.psychologytoday.com/us/blog/liberate-yourself/202106/ghosting-and-relationships-how-we-can-do-better
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